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I San, o Boscimani, amano l’arte, e in particolare la musica, il canto e la danza; mentre, nel corso dei secoli, è stata completamente abbandonata la loro forma d’arte che in passato venne maggiormente sviluppata e che più li caratterizzava: la pittura e l’incisione.

Le incisioni rupestri dei San

Le opere di arte rupestre, sopravvissute fino ai giorni nostri, sono raffinate e ricche di colori; molti dipinti mostrano razzie di bestiame, danze, scene magiche o mitologiche che raffigurano figure umane con volti di animali.

I disegni delle incisioni rupestri dei San ritraggono scene di vita quotidiana nel villaggio, in alcune scene, dipinte o incise, i cacciatori boscimani vengono rappresentati armati di archi, intenti a predare popolazioni di origine bantù.

Gli animali sono i soggetti che maggiormente venivano rappresentati, soprattutto quelli che i San ritenevano avere poteri soprannaturali, come ad esempio l’eland, che è anche il protagonista anche di alcune danze rituali.

Per i San oggi i petroglifi assumono un profondo significato religioso e simbolico, alcuni di questi disegni possono essere ammirati nei siti a Twyfelfontein in Namibia, alle Tsodilo Hills in Botswana, sui Monti del Drakensberg in Sudafrica e alle Matopos Hills in Zimbabwe.

La danza nella cultura San

Per i San la danza riveste una grande importanza  in quanto le viene riconosciuto un potere magico e sacro; viene paragonata ad una preghiera rivolta agli spiriti degli antenati e alle divinità.

La Dance Trance o danza di guarigione, è la più importante tra tutte le danze San; può durare molte ore, se non tutta la notte, e serve a scacciare le malattie procurate dagli spiriti maligni.

Un grande fuoco viene acceso nel villaggio, le donne e i bambini si siedono attorno al fuoco, cantano e battono le mani al ritmo della musica, mentre gli uomini ballano attorno a loro, indossando delle cavigliere realizzate con bozzoli; ad ogni passo queste cavigliere producono suoni ritmici; la danza viene accompagnata da flauti di canna o di osso e da tamburi.

Gli uomini ballano davanti al fuoco, il ritmo e il ballo diventano sempre più frenetici, i danzatori battono il suolo con i piedi, alcuni dei ballerini entrano in uno stato di trance, durante il quale entrano in contatto con il mondo spirituale.

Mentre è in trance lo sciamano è in grado di consultarsi con gli spiriti degli antenati e capire chi causa malattia e dolore, a questo punto i malati vengono portati al suo cospetto e lo sciamano rimuove da loro la malattia, liberando gli spiriti negativi, grazie anche al buio della notte.

Altre danze vengono utilizzate per richiedere fertilità, per predire il futuro o per avere una buona caccia; molti di questi balli imitano le movenze degli animali, come ad esempio l’antilope, il babbuino, lo struzzo, l’otarda e altri animali che per i San sono, in un certo senso, magici.

La danza dell’eland è un rito di iniziazione e viene rappresentata dalle donne e da un uomo quando una ragazza entra nella pubertà. 

Le ragazze, all’epoca della prima mestruazione, secondo la credenza San, emanano influssi malefici: esse vengono strettamente segregate e devono camminare a occhi bassi, il solo loro sguardo potrebbe stregare le antilopi, da questa credenza la necessità di una danza di purificazione.

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